Un primo edificio a corte, viene menzionato assieme alla vicina chiesa di San Salvatore in una bolla di papa Lucio II del 17 marzo 1144 come Ecclesiam S. Salvatoris de Sanguineo cum castro et curte. Le forme odierne della grancia risalgono al periodo tra la fine del ‘400 e l’inizio del ‘500. La grancia come la chiesa di San Salvatore appartennero all’abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma fino al 1810 quando, con la soppressione degli ordini religiosi voluta da Napoleone, fu alienata divenendo di proprietà privata. Si trattava di un’azienda agricola, dipendente dal monastero, che aveva una propria gestione autonoma. La tenuta appartenente al complesso ammontava a 786 biolche di terreno suddivise in sette poderi: San Benedetto, San Bertoldo, San Raimondo, Santa Chiara. San Romualdo, San Bertulfo e Sant’Anselmo; ognuno dei quali dotato di abitazioni, stalle e caseificio.