L’originaria chiesa, edificata in epoca remota, costituì la prima sede parrocchiale di Colorno, fino al 1582, quando assunse tale destinazione il duomo di Santa Margherita. L’edificio nei secoli seguenti fu gestito, unitamente all’annesso convento, dai frati domenicani, che, affidatari anche del monastero adiacente alla Cappella Ducale di San Liborio, lo mantennero fino alla soppressione degli ordini decretata dal primo ministro ducale Guillaume du Tillot nel 1769. Nel 1781 l’edificio fu profondamente modificato per volere del duca Ferdinando di Borbone, che ne affidò la progettazione all’architetto Raffaele Cugini, allievo del Petitot. L’attiguo convento, che nel 1794 avrebbe dovuto ospitare l’ospedale di San Mauro Abate, fu invece concesso dal Duca nel 1798 ai gesuiti, che sotto la guida di Giuseppe Pignatelli intrapresero proprio da Colorno la nuova diffusione dell’ordine in Italia, prima della definitiva soppressione napoleonica. In seguito l’edificio fu chiuso e destinato a lungo a deposito, prima di diventare sede di un centro di accoglienza per ragazzi convenzionato con il Comune. La chiesa restaurata, appartenente alla fondazione Minima Domus, fu successivamente adibita a sala espositiva. Tuttavia, il terremoto del 27 gennaio del 2012 provocò seri danni all’edificio, che fu dichiarato inagibile e chiuso in attesa di restauri.